31/07/08

Lotta contro Lavoro Nero e Morti Bianche

I carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro) di Gravina di Catania, nell'ambito di una strategia finalizzata soprattutto a far emergere il lavoro nero e a far rispettare le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, oggi hanno ottenuto i loro frutti nel territorio, anche santantonese.

Infatti grazie all'intenso monitoraggio del fenomeno in questione, hanno individuato sei aziende operanti nei campi dell’edilizia e dell’impiantistica accessoria che sono state sottoposte quindi ai controlli.

I risultati sono stati:

Denuncia a piede libero per sette imprenditori tra Aci Sant’Antonio, Valverde, Aci Castello, San Giovanni la Punta e San Gregorio per violazione delle normative in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro;

L'identificazione di 10 occupati in nero;

Contravvenzioni per un totale di 53.224,18 euro;

Sanzioni amministrative per 36.087 euro;

Recupero d'omissioni contributive per un totale di circa 35.000 euro;

Sequestro di sette immobili per un valore di 1.480.000 euro a scopo preventivo come garanzia sul recupero delle somme sottratte allo Stato;

Sospensione temporanea di quattro attivita’ commerciali e produttive.

Dai controlli e' emersa anche un'area di "lavoro 'in grigio', una sottile forma di sommersione per abbattere i costi aziendali di produzione e gli obblighi normativi. Il personale dispone di regolare contratto di assunzione ma senza godere del pieno rispetto delle norme previdenziali e con corresponsione di retribuzione non conforme.

Il Casalotto non può far altro che plaudire l'operazione del NIL e sostenere la lotta per un lavoro sicuro in sicurezza.

In una regione dove il lavoro nero è il più alto in italia, le norme di sicurezza vengono lasciate nell'indifferenza e i sindacati vanno a cena coi padroni c'è bisogno di una sterzata violenta:

Il lavoro a tempo indeterminato deve essere un diritto, così come lo stipendio adeguato, le ferie, la malattia, tredicesime e tutto il sacrosanto Statuto dei Lavoratori.

Il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro deve essere uno scambio equo: prestazione per retribuzione.

Nessuno deve vivere nè morire per il lavoro.

Poi possiamo parlare di dignità.


Fonti: AGI, Giornale di Sicilia, Cataniaoggi



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