16/09/08

I Fantasmi râ Munnizza

Nell'emergenza rifiuti scoppiato nelle scorse settimane vi è rimasto coinvolto anche Aci Sant'Antonio. Perchè nella discarica che ha minacciato la chiusura ci finisce anche la nostra spazzatura.

Ma non è l'unica causa, il sistema di gestione dei rifiuti delle Ato è un dramma che si trascina già da troppo tempo.

Un dramma così complicato e intrecciato con le storiche piaghe siciliane che costringe questo post a diventare un'inchiesta. Una lunga inchiesta basata su un dossier costruito e documentato dalle fonti disponibili sul web. Lungi da una soluzione unica per tutto, qui si pongono molte inevitabili domande. La prima è questa: qualcuno (ne) risponderà?

A.T.O. E GESTIONE DEI RIFIUTI

Partiamo da AciAmbiente, il nostro ATO di riferimento che comprende, oltre Aci S.Antonio, anche Valverde, Viagrande, Trecastagni, Acireale, Aci Bonaccorsi, Santa Venerina, Zafferana Etnea, Aci Catena ed Aci Castello.

Il 30 dicembre 2002 in presenza dei Sindaci e della Provincia di Catania viene costituita la Società per Azioni a partecipazione Pubblica per la Gestione dell'Ambito Territoriale Ottimale, appunto AciAmbiente. La Società nasce con un capitale pubblico di 100.000,00 Euro di cui per il 9% Aci Sant'Antonio ne è azionista. Gli azionisti più forti sono Acireale (30%), Aci Catena (15%) e Aci Castello (11%). La Provincia di Catania è azionista, invece, per il 10%.

La durata della società è fissata fino al 2030.

Lo scopo di questa operazione, si legge sullo Statuto è quello di “(...)assicurare la gestione unitaria ed integrata dei rifiuti secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità (...) nonché la realizzazione di un integrato sistema di verifica concernente il versamento della tassa sui rifiuti e la corretta gestione del sistema della tariffa, compreso il periodo di transizione dalla TARSU alla tariffa (TIA, ndr), con particolare riferimento all’eliminazione dell’evasione, al fine di consentire una più equa distribuzione e la totale copertura dei costi della gestione integrata ed integrale del ciclo dei rifiuti(...).

In sostanza la Società d'Ambito Territoriale Ottimale sostituisce ed accorpa il lavoro svolto in precedenza dai singoli comuni per quanto riguarda la gestione delle aziende che devono garantire i servizi pubblici di igiene ambientale. Con una differenza: è una società per azioni quindi aperta a quelle operazioni finanziarie ed investimenti che per le amministrazioni pubbliche sarebbero a rischio. Ma i comuni essendo azionisti della Società accettano questo rischio. Il perchè i rappresentanti dei cittadini si giocano in borsa la pulizia delle strade lo vedremo successivamente. Intanto se diamo un'occhiata alla

Relazione della Corte dei Conti sul funzionamento dei 27 ATO siciliani

notiamo che i debiti dei comuni di AciAmbiente sono pari a 13 milioni di euro. Il Comune di Aci S.Antonio al 31 dicembre 2006, doveva 627.500 Euro circa. In questa indagine si evidenzia come l'aumento dei costi e dei disservizi che ricadono direttamente agli utenti abbia cumulato i debiti di cui sopra. L'aumento dei costi è dovuto a differenze di contratto dei lavoratori che passano da pubblico a privato, alla diminuizione delle discariche (si è passati, in Sicilia da 325 a 18 in pochi anni) con inevitabili aumenti dei costi di trasporto. Ma anche alla doppia tassazione della Tarsu a cui viene calcolata l'Iva perchè le SpA emettono fattura. Inoltre con il passaggio a tariffa il servizio è destinato a salire ancora di prezzo. Secondo la Corte dei Conti, quindi, gli Ato dovrebbero essere soltanto una sorta di “autority” con funzioni, non comprendenti la gestione del servizio. Questo snaturamento delle loro funzioni infatti appare di dubbia legittimità comunitaria, tant’è che la Corte di Giustizia della Comunità Europea e la Commissione Europea sono intervenuti più volte sull'illegittimità delle sue procedure. Inoltre viene specificato che per come è nata la Società d'Ambito non può considerarsi professionalmente competente ed idonea a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, considerazione questa provata dai risultati pratici dell'attuale sistema di smaltimento che sono oggettivamente apparsi assolutamente insufficienti. E già questa bocciatura è molto scoraggiante.

LE DISCARICHE

Le discariche utilizzate da AciAmbiente per il conferimento dei rifiuti dei suoi comuni sono due. Una a Grotte San Giorgio (Sicula Trasporti s.r.l.) e un'altra a Motta S.Anastasia (Oikos S.p.A.).

La prima si occupa dei rifiuti non differenziati ed è gestita dalla famiglia di Salvatore Leonardi. Ne è previsto il suo ampliamento a breve ma in passato questa discarica ha avuto problemi di mancanza di autorizzazioni e requisiti di legge. Nei confronti del Comune di Aci S.Antonio, oggi, ha un credito approvato dal Consiglio la scorsa primavera. La seconda, si occupa anche della raccolta differenziata e dopo lo snellimento delle discariche è diventata la più grande della Sicilia ma verrà ulteriormente ampliata. Oltre alla gestione della Oikos la discarica risulta gestita anche dalla ditta individuale Nunzia Pappalardo, entrambe le società sono riconducibili a Salvatore Proto e al figlio Domenico. Come già descritto in precedenza in questo blog, questa gestione ha già avuto problemi legati alla mafia. Per questo è rimasta inattiva nel periodo tra il 1993 e il 1996. Con il comune di Aci S.Antonio è in corso un indagine della Procura riguardante gli appalti assegnati dal 1998 al 2005 ad opera dell'ex sindaco Alfredo Pulvirenti. La Società inoltre fa parte del Consorzio Simco che cura la gestione dei rifiuti di SimetoAmbiente, l'Ato più coinvolto nell'allarme di questi giorni. Da notare come la gestione imprenditoriale di questa ditta sia stata persino gratificata, nel dicembre 2007, con il premio “Aquila d'Argento” direttamente dalle mani dell'on. Lino Leanza.

Nella scheda dell'azienda risulta operativa anche una sede ad Aci Sant'Antonio.


ANTEFATTO SANTANTONESE

Sono appena finite le elezioni comunali (17/06/08) e il nuovo sindaco Cutuli si trova già una bella gatta da pelare. I netturbini santantonesi della Geo Ambiente s.r.l. di Belpasso sono in agitazione perchè aspettano il saldo dello stipendio di maggio + giugno, così come la ditta aspetta di essere pagata dalla sua concessionaria AciAmbiente. Il sindaco Cutuli esorta l'Ato e la sua gestione.

Il presidente dell'Ato, Nello Oliveri, fotografo e politico migratore fresco fresco di sconfitta elettorale, alza la voce contro i Comuni di Aci Castello, Acireale ma soprattutto Aci Catena e Aci S.Antonio (che nel frattempo ha raddoppiato il debito risalente al 2005: 1.200.000 Euro). Oliveri ricorda loro di versare le somme in quanto i comuni sono anch'essi soci dell'Ente.

Cutuli e l'assessore alla nettezza urbana Di Stefano rassicurano Oliveri promettendo di saldare le fatture arretrate in diverse comode rate.

Intanto venerdì 27 giugno nell'assemblea UIL-CGIL dei netturbini si discute dello sciopero proclamato per il lunedì successivo, ma i primi 370.000 euro arrivano ad AciAmbiente che li girerà alla Geo Ambiente per pagare gli stipendi dei lavoratori. E lo sciopero rientra.

Il primo luglio viene pagata l'altra rata e probabilmente i netturbini ricevono anche la quattordicesima. L'allarme è sedato. Solo per il momento però, la discarica Oikos minaccia la chiusura.

CHIUDE LA DISCARICA - I FATTI.

Il 12 luglio scorso un'agenzia ANSA ci comunica che per 19 comuni della Sicilia centro-orientale, compresi Siracusa, Caltanissetta e Aci S.Antonio, ai loro autocompattatori sara' vietato l'accesso alla discarica di contrada Tiriti' di Motta Sant'Anastasia se entro venerdì 18 le Ato di appartenenza (SimetoAmbiente CT3, Caltanissetta1, Siracusa1 e AciAmbiente CT2) non verseranno i pagamenti arretrati.

Infatti la societa' che gestisce la discarica, la Oikos spa, ha inviato una diffida agli Ato chiedendo almeno 15 milioni di euro, il 50% di quanto dovuto (30 milioni). E gli Ato chiedono i soldi ai Comuni. I 19 comuni coinvolti, quindi sono:

Siracusa (Siracusa1)

Caltanissetta, Bompensiere, Milena, Montedoro, Sutera, Acquaviva Platani, Santa Caterina Villarmosa (Caltanissetta1);

Adrano, Belpasso, Biancavilla, Camporotondo Etneo, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, Paternò, Santa Maria di Licodia, San Pietro Clarenza (SimetoAmbiente CT3);

Aci Sant'Antonio (AciAmbiente CT2).

Ma anche la Provincia di Catania è coinvolta in quanto socia sia di AciAmbiente che di SimetoAmbiente. Le uniche due ATO che si sono mosse in tempo, cioè prima della data dell'ultimatum, sono state Siracusa1 e Caltanissetta1, le quali hanno poi trovato l'accordo. Le due ATO catanesi, invece, sono rimaste in attesa del disastro.

Giuseppe Cimino, per esempio, presidente dell'Ato Ambiente CL1 con un debito di 4 milioni di euro, il 15 luglio incontra i responsabili della Oikos i quali cercano di portarne a casa almeno 2 milioni. In quest'occasione Cimino, relativamente al suo comprensorio, propone di sanare il debito con i fondi di rotazione della Regione. Non è la prima volta che un ATO utilizza questi fondi pubblici in maniera illegittima senza passare prima dall'approvazione dei consigli comunali e provinciali.

Nel frattempo, a Catania, i lavoratori delle imprese addette alla raccolta scioperano perchè non vengono pagati loro gli stipendi. I loro datori di lavoro non ricevono le somme dalle rispettive Ato che a loro volta chiedono i soldi ai Comuni. Non riescono a farsi pagare le bollette dagli utenti morosi che non sostengono la Tarsu e/o la TIA che negli ultimi tempi sono diventate salatissime.

Questo dimostra ancora una volta che il sistema delle Ato è al collasso e i comuni lo sanno.

Le Ato dovrebbero gestire tutto ma non ce la fanno: alzano il prezzo del servizio e il cittadino non può pagare, crescono così i crediti insoluti che nel frattempo non permettono di pagare le discariche e le ditte di raccolta e trasporto. Tutta la filiera è bloccata perchè i lavoratori, giustamente protestano non ricevendo gli stipendi. La spazzatura così si cumula nelle strade.

Il 18 luglio la discarica chiude. Alle 11 del mattino negli uffici del prefetto Finazzo di Catania è previsto un incontro con i vertici di Simeto Ambiente, i dirigenti della Oikos, i sindacati e i sindaci interessati (è presente anche Pippo Cutuli, sindaco di Aci S.Antonio).

L'obbiettivo è uno solo: trovare i soldi per pagare la Oikos e i lavoratori. Si tratta di un emergenza, non c'è tempo per trovare soluzioni definitive.

Alle ore 15 gli esiti dell'incontro: sette comuni appartenenti a SimetoAmbiente si offrono di anticipare somme alle Ato. Non appena il saldo sarà effettuato, in questi comuni ricomincerà la raccolta. Per tutti gli inadempienti invece sarà inviato un commissario dall'Osservatorio Regionale dei Rifiuti per prelevare i fondi. Il Presidente dell'Osservatorio, Salvatore Raciti suggerisce in alternativa un prestito per i Comuni o per le Ato che però richiede la garanzia sempre dei Comuni.

I Sindaci non ci stanno, la responsabilità, sostengono, è delle Società d'Ambito.

Mimmo Galvagno, presidente di SimetoAmbiente, è allarmato:

“Qui il problema è appunto di non incassato. Perchè noi a fronte di 90 milioni che abbiamo dato alla Serit di fatture, da parte dei cittadini abbiamo incassato solo 13 milioni di euro quindi io sfido non i sindaci, sfido Nembo Kid a poter risolvere il problema


LA BABELE DELL'INFORMAZIONE

Lavoratori in sciopero, febbrili trattative, discarica chiusa, debiti da capogiro. Il rischio di una nuova Napoli non passa inosservato neanche alle testate nazionali, ma si crea un ingorgo d'informazioni.

Il 18 luglio Il Messaggero pubblica la notizia specificando che tra i comuni coinvolti, Catania ha ancora accesso alla discarica. La Repubblica, invece pubblica alcune novità... disarmanti:

La società proprietaria Oikos,(...) vanta crediti per 90 milioni di euro nei confronti degli enti locali.

La società Serit, che gestisce la riscossione dei tributi in Sicilia, ha dato la disponibilità ad anticipare somme per 40 milioni che sono state però ritenute insufficienti

Incredibilmente il credito della Oikos triplica da 30 a 90 milioni e la Serit si offre di anticiparne addirittura 40!!! Siccome sappiamo che la Serit non è un ente di beneficienza ma un agenzia di riscossione, siamo proprio sicuri che abbia interesse a coprire il debito che le Ato hanno con la discarica? Qua i conti non tornano. Da dove ha preso queste informazioni Repubblica?

A rigor di logica dalle agenzie di stampa. Vediamole:

Alle 13.47, mentre era ancora in corso il vertice in Prefettura, l'AGI lancia la prima agenzia con questi nuovi numeri.

Alle 16.29 l'ANSA parla ancora di 15 milioni (il 50%) ma pare che poi si sia corretta.

Alle 16.58 l'Adnkronos si adegua alla nuova versione.

Le agenzie riportano anche quest'altra informazione:

La Oikos ha incassato 13 mln di euro, ma ha crediti per altri 90.

Quest'ultima versione della notizia fa il giro di parecchie testate e blog che la ripetono pedissequamente. Anche “La Sicilia” fa lo stesso nella sua versione web, nonostante nella stessa giornata il cartaceo in edicola parlava ancora di 30 milioni di euro, come aveva finora sempre fatto negli articoli precedenti.

13 milioni. 90 milioni. Sembrano proprio le cifre che il presidente di SimetoAmbiente ha attribuito al suo ATO nei confronti della Serit quando nel servizio di Antenna Sicilia (video in alto) chiedeva aiuto nientepopodimenochè all'antenato italiano di Superman.

Sappiamo tutti che la versione umana del supereroe è il confuso giornalista Clark Kent. Che sia stato lui a rimescolare i numeri delle agenzie?

I 40 milioni che offre la Serit non servono evidentemente a coprire il credito della Oikos di 30 milioni (non 90) perchè altrimenti saremmo a posto. Vanno a chi gli fa le fatture: SimetoAmbiente, la quale li ritiene insufficienti perchè ne mancano altri 50. Ma non credo li abbia rifiutati.

Urge una buona dose di kryptonite anche perchè nel frattempo si è creata confusione anche con i comuni coinvolti. Infatti rispetto ai 19 comuni citati inizialmente (Siracusa e Caltanissetta compresi) per le agenzie 6 giorni dopo diventano 21: 19 dell'ATO CT3 più Siracusa e Caltanissetta!

I comuni in provincia di CL non ci sono più e in compenso arrivano quelli di SimetoAmbiente al completo. Anzi uno in più! Perchè SimetoAmbiente comprende 18 comuni. Quindi il 19° dovrebbe essere Aci S.Antonio, che fa parte dell'ATO CT2, unico di AciAmbiente ad essere rimasto in debito.

L'igiene pubblica è in emergenza ma ai “nostri” professionali e quotati media non importa molto di farci capire cosa succede, piuttosto ci mostrano che c'è qualcuno che provvidenzialmente, come Nembo Kid, risolve tutto.

LA SOLUZIONE DI LOMBARDO.

A risolvere la situazione, invece arriva il Presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Il Governatore si trova in viaggio tra Napoli e Roma dove ha incontrato il 17 luglio il Premier Berlusconi e il 18 ha partecipato allo Svimez 2008 per parlare del suo amatissimo federalismo leghista. In quelle ore, dal Consiglio dei Ministri di Napoli, Berlusconi annunciava finita l'emergenza rifiuti partenopea, cosa che sappiamo non vera. Il Lumbard nostrano, nel frattempo, con il Rapporto Svimez in tasca, che definisce la situazione del ciclo dei rifiuti in meridione particolarmente critica, a sua volta annuncia che non ci sarà nessuna emergenza in Sicilia.

"Ho sentito l’avv. Felice Crosta, presidente dell'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, ho ascoltato le sue proposte e d'intesa con l'assessore alla Famiglia e alle Autonomie locali e all'assessore al Bilancio e alle Finanze, metteremo a punto un provvedimento che consenta alla Regione di sostituirsi ai Comuni inadempienti nel pagamento agli Ato, bloccando per questi Comuni i trasferimenti regionali e liquidando le somme dovute in forma compensativa".

Quindi Lombardo si è fatto consigliare da un dipendente pubblico che guadagna 1500 Euro al giorno (si avete capito bene: al giorno) per gestire il problema dell'acqua e dei rifiuti con risultati notoriamente disastrosi.

E la soluzione che risolve tutti i guai, secondo questi esperti, sarebbe quella di far pagare alla Regione i debiti accumulati. Ma non di tasca propria, già la Regione ha un deficit di oltre 700 milioni di euro per conto suo. Li toglierà ai comuni tramite i fondi di rotazione, finanziamenti che servirebbero a tutto fuorchè a indebitarsi ulteriormente per pagare altri debiti. Debiti che tra l'altro non hanno origine nelle amministrazioni comunali bensì nei consigli d'amministrazione delle Società per Azioni, comunemente dette Ato.

Inoltre secondo l’art. 42 D. lgs. 267/2000 i consigli comunali e provinciali sono l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo per quanto riguarda le spese che impegnano i bilanci per gli esercizi successivi e siccome questa soluzione impegna inesorabilmente il bilancio dei comuni bisognerebbe prima che ne discutessero i consigli. Invece la decisione l'hanno presa unanimamente e illegittimamente solo Lombardo & Crosta. Giuseppe Cimino insegna.

Una soluzione che, comunque, anche se calma le acque adesso, (nel frattempo il 19 luglio Proto comunica che la discarica apre e insieme agli altri del consorzio Simco pagherà gli stipendi ai lavoratori) tra poche settimane non conterà più nulla perchè saremo punto e daccapo. I soldi finiscono e il sistema è sempre uguale.

Ma Lombardo ha pensato anche a questo. Ha emesso un decreto in base al quale gli Ato debbono essere ridotti da 27 a 10: uno per provincia più uno per le isole minori. Entro il 5 agosto i comuni dovevano approvare il nuovo statuto (il Consiglio di Aci S.Antonio se ne è occupato il 1° agosto con un odg straordinario ed urgente) ma all'ultimo minuto è stata prorogata la scadenza in ottobre. Quindi le nuove Ato andranno costituite entro il 31 ottobre, mentre entro il 30 novembre andranno eletti i consigli di amministrazione che dovranno poi insediarsi entro la fine dell'anno. Ogni Ato sarà un consorzio e dovrebbe essere gestita da tre sindaci, ma così cosa succede? Le Ato attualmente esistenti dovrebbero trasferire i loro debiti al nuovo ente e quindi passarla liscia, delegando un ente ancora più distante dai comuni a gestire tutti i debiti. E ai comuni che non si adeguano verrà mandato un commissario ad acta. Già ad Aci S.Antonio poco prima delle elezioni c'è n'è stato uno (Angelo Sajeva) per altri motivi: approvazione del bilancio che Pulvirenti non aveva portato a termine. Ma attenzione, grazie al comune di Enna il 13 agosto il TAR di Catania ha stabilito che l’ARRA non avrebbe poteri nei confronti dei Comuni ma, piuttosto, il potere di nominare un commissario andrebbe esercitato nei confronti dell’Ato.

LA REAZIONE DEI COMUNI

I Primi Cittadini catanesi hanno ribadito con forza di non avere i fondi per pagare, ci sono prima gli stipendi dei propri dipendenti. Ma le reazioni sono state diverse.

5 danno la loro disponibilità ad un anticipo di cassa: Biancavilla, San Pietro Clarenza, Motta S. Anastasia, Mascalucia e Gravina di Catania;

8 protestano: Paternò, Misterbianco, Nicolosi, Adrano, Ragalna, Tremestieri Etneo, S. Maria di Licodia, e Sant'Agata Li Battiati;

2 pagano e protestano: Belpasso e Camporotondo Etneo;

3+1 tacciono: Pedara, San Gregorio e San Giovanni La Punta + Aci Sant'Antonio.

I 9 sindaci ribelli, scrivono una lettera aperta lamentando le ultime finanziarie, lo scippo dell'Ici e adesso lo scippo dei fondi per pagare le malefatte dei consigli di amministrazione delle società d'ambito. Hanno ragione, il futuro è quanto mai sempre più incerto.

Il sindaco di Paternò Pippo Failla (Pdl) inscena una protesta ancora più clamorosa presentandosi in piazza il 21 luglio in mutande. Ma sono le sue parole a fare molto più effetto:

“Lombardo non ha voluto sentire i comuni fidandosi solo dei suoi malaconsiglieri: l'avv. Crosta e l'ing. Raciti. Non è giusto che a pagare siano i nostri bilanci. I veri inadempienti sono gli Ato. Non è possibile che il presidente Lombardo si faccia bello con i nostri soldi, annunciando che paga il debito con i fondi dei Comuni che servono, invece, per altri importanti servizi. Non dobbiamo essere noi a pagare le colpe degli altri. Sono deciso a protestare fino in fondo. Sono disposto ad andare anche in Procura a denunciare quanto sta accadendo. Gli Ato hanno sempre e solo gestito male la situazione che ora è giunta al collasso. E pagati questi debiti, cosa accadrà domani?”.

Passano i giorni e tutti e 18 i sindaci dell'Ato CT3 si riuniscono a Misterbianco il 24 luglio e a Paternò il 28 insieme anche a Diego Cammarata (Anci Sicilia). Non vogliono l'Ato unico, vogliono una concertazione con Lombardo. Ormai tutti si sentono coinvolti. Tutti meno uno. Pippo Cutuli.

La posizione del sindaco di Aci Sant'Antonio qual'è? Dal primo incontro in Prefettura (nel video sembra piuttosto annoiato) non si sa più cosa pensa della soluzione del “suo” Lombardo. Non vorremmo certo vederlo in mutande, sarebbe uno spettacolo osceno, ma almeno dire qualcosa...

Il suo silenzio è ELOQUENTE!

Pensate, perfino Pulvirenti non era d'accordo alla riduzione delle Ato già lo scorso settembre quando insieme ad altri sei comuni scrisse una lettera ai deputati regionali per protestare contro questi enti decisi dall'alto. Ma guarda un pò!

Intanto, mentre Aci S.Antonio e AciAmbiente sono ormai sparite dalle cronache sui rifiuti, il 27 luglio, grazie all'autorizzazione di un altro genio, l'ass. alle autonomie locali Francesco Scoma, partono 6 milioni di euro dalla Regione (si fa per dire), direzione Simeto Ambiente e Oikos, e 3 milioni per Enna1 (!).

Il 28 luglio però Domenico Galvagno si dimette da Presidente dell'Ato CT3, alle ultime elezioni è diventato Consigliere Provinciale. Adesso fa parte degli azionisti di SimetoAmbiente quindi diventa debitore nei confronti della sua ex azienda. Il suo posto è stato preso dal suo vice Giuseppe Caruso prima e da Andrea Castelli adesso.

E proprio dalla Provincia di Catania, per superare l'emergenza, arriva l'invito ad incontrarsi per tutti i 58 comuni catanesi e i deputati regionali, il 4 agosto a Tremestieri. La proposta che esce fuori dalle parole del presidente Castiglione è quella di farsi carico del coordinamento dell'ATO a livello provinciale e tramite l'Anci e l'Urps trovare il modo per coprire i passivi in bilancio e predisporre un nuovo quadro normativo da proporre a Lombardo. Siamo tutti curiosi di sapere quale.

CONCLUSIONI

Una volta c'era il servizio pubblico del comune, anche per l'immondizia: il cittadino pagava la bolletta e il comune, integrando con somme proprie, pagava i netturbini e chi di dovere per assolvere il servizio. Adesso da circa 4 anni, al cittadino arriva una bolletta salatissima. Da pagare all'agenzia di riscossione che dà i soldi all'ente d'ambito che paga i gestori del servizio (nel caso dell'Ato CT3 c'è di mezzo anche un consorzio). Inoltre il passaggio da tassa (Tarsu) a tariffa (Tia) comporta un addebito totale all'utente senza l'ausilio dei comuni, quindi insostenibile.

Questo è un sistema che fa lievitare i costi ed esclude i comuni dalla gestione pubblica.

Le Ato dovrebbero essere degli enti pubblici ma qui di PUBBLICO c’è solo il nome, infatti il servizio è un affare tra privati. I cittadini si trovano ad essere sempre più dipendenti di un settore privato, sempre più grande ed esclusivo e il settore pubblico si sta abbassando a questa flessibilità, così come 3 milioni e mezzo di italiani precari nelle stesse condizioni. Anche così si è precari e non è proprio il massimo per la collettività.

Ma è tutto il sistema ad essere in cancrena. Il piano rifiuti era tarato sulla realizzazione degli inceneritori (il nostro sarebbe a Paternò) quindi si è andati avanti con la riduzione delle discariche. Adesso che le discariche sono poche e tra due anni saranno piene vogliono riaprirne di nuove perchè le modalità d'appalto degli inceneritori sono state BOCCIATE dalla Corte di giustizia europea. Ma il problema è un altro: le scorie e le nanoparticelle inquinano e causano morti e tumori. Vogliono comunque farli, ma visti gli ovvi ostacoli non prima del 2010. Nel frattempo l'unica strada sostenibile, cioè il riciclaggio, in Sicilia è fermo al 6,7% (Aci S.Antonio 1,26%), il più basso d'Europa, mentre l'obiettivo del piano 2008 era il 35% e quello del dl105/06 sarebbe il 45%. Ora siccome alle Ato che non rispettano quest'ultimo limite arriverà un'addizionale del 20% sui costi di discarica, chi si prenderà carico di pagare anche questo?

Il debito siciliano delle ATO ammonta a 600 milioni di euro e i cittadini non possono pagare un servizio inesistente o disastroso a prezzi altissimi.

I numeri parlano da soli, senza aver bisogno di intermediari stile Clark Kent e basta andare in giro a vedere i cassonetti stracolmi.

In tutto questo c’è qualcuno che pensa che ricogghiri munnizza servi ppi fari soddi. Cioè lavora disonestamente per lucrarci sopra.

Di chi è la colpa di questo sfacelo? Secondo alcuni è dell’ex Governatore Totò Cuffaro, nella sua qualità di Commissario straordinario ai rifiuti, sarebbe responsabile per aver obbligato, a partire dal 2002, i Comuni siciliani a riunirsi nelle Ato. E questo comportamento è l’unico esempio, deviante rispetto al Decreto Ronchi, in tutta Italia. Probabilmente al nord il sistema rifiuti funziona anche grazie alla partecipazione dei consigli comunali che qui vengono bypassati. Inoltre, Totò Cannolo è stato incapace di predisporre un ciclo integrato dei rifiuti coerente con le norme nazionali ed europee.

E Lombardo sta continuando sulla stessa strada. Cosa farà adesso? Qual'è la soluzione che troverà insieme ai Comuni e alle Provincie? A chi farà pagare i debiti delle Ato?

Al mio paese chi rompe paga. Qui invece chi rompe vuol far pagare ai cocci!!

Ma restano altre domande. Cosa ne faremo dell'immondizia nel futuro prossimo?

La raccolta differenziata è l'unica risposta sensata, anche se... esiste un'altra soluzione diversa dagli inceneritori: il Thor. Ma ancora la sua sperimentazione a Torrenova (Me) e a Catania e lo studio sull'effettiva non-nocività all'Università di Modena sono ancora in corso.

Ma ai “grandi” politici governanti piacciono ancora gli inceneritori, quelli col nome fantasioso di “termovalorizzatori” e le discariche.

La relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite già nel '99 avvertiva: “Occorre evitare che si giunga al punto in cui le imprese legate alla mafia diventano insostituibili.”. Perchè invece si è permesso che una discarica già sequestrata in passato mettesse sotto scacco le istituzioni siciliane?

L'amministrazione di Aci S.Antonio in tutto questo pantano cosa farà? Oltre a cambiare i cestini, naturalmente!




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