Anche se un pò in ritardo vorrei fare una riflessione sulla ricorrenza del 4 novembre che l'Italia ha festeggiato pochi giorni fa.
La suddetta festa è chiamata Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia e celebra la fine della Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra.
Il 4 novembre 1918 venne emesso il Bollettino della Vittoria che sanciva la fine della guerra e la "vittoria dell'Italia", prima ed unica volta che un esercito italiano unito compiva qualcosa del genere. In quell'occasione l'Italia riottenne i territori di Trento e Trieste.
Per quest'ultimo motivo probabilmente si parla di Unità d'Italia, anche se in realtà la vera unità è avvenuta nel 1861. Ma a parte questo trovo di pessimo gusto celebrare una guerra che nell'occasione ha mietuto 650.000 morti.
E la vittoria poi, cosa mai si è vinto? Territori che comunque potevano essere ottenuti ugualmente con la neutralità?
Diciamolo (detto alla maniera del ministro dell'attacco La Russa), le guerre sono sempre delle sconfitte.
Dopo il Congresso di Versailles, infatti, al momento delle spartizioni l'Italia restò con un pugno di mosche e l'impresa venne definita vittoria mutilata.
Una vittoria mutilata che portò gli estremisti nazionalisti a trascinare l'Italia nel buio ventennio del fascismo e della tragedia della seconda guerra mondiale.
Non mi piace questa festa, non mi piace celebrare tragedie e delusioni storiche. La festa era stata soppressa per un periodo. Poi l'hanno rimessa. A cosa serve coltivare falsi miti? Forse a legittimare da una parte e reprimere dall'altra. Sicuramente per non cambiare il corso delle cose.
Quanta rabbia nel vedere le istituzioni manipolare queste ipocrisie.
Il Comune di Aci S.Antonio quest'anno ha avuto una fretta e una voglia di fare questa festa che l'ha addirittura anticipata di due giorni: il 2 novembre.
Nelle stesse ore il 17° "Incontro d’Autunno con la fotografia", promosso dal Cine foto club Galatea di Acireale, scatenava fotoamatori nelle strade che immortalavano parate di forze armate nel giorno dei morti.
Con le armi si festeggiano i caduti che per le armi sono morti. Questa è l'Italia che non cambia.
Il 4 novembre 1918 venne emesso il Bollettino della Vittoria che sanciva la fine della guerra e la "vittoria dell'Italia", prima ed unica volta che un esercito italiano unito compiva qualcosa del genere. In quell'occasione l'Italia riottenne i territori di Trento e Trieste.
Per quest'ultimo motivo probabilmente si parla di Unità d'Italia, anche se in realtà la vera unità è avvenuta nel 1861. Ma a parte questo trovo di pessimo gusto celebrare una guerra che nell'occasione ha mietuto 650.000 morti.
E la vittoria poi, cosa mai si è vinto? Territori che comunque potevano essere ottenuti ugualmente con la neutralità?
Diciamolo (detto alla maniera del ministro dell'attacco La Russa), le guerre sono sempre delle sconfitte.
Come si può chiamare vittoria
il tradimento sfacciato nei confronti degli alleati austriaci?
Come si può chiamare vittoria
partecipare ad un conflitto che non ti appartiene?
Come si può chiamare vittoria
rifiutare la posizione neutrale di non belligerante?
Come si può chiamare vittoria
l'essere sudditi di nazioni imperialiste?
Come si può chiamare vittoria
salire sul carro dei vincitori in maniera irrazionalmente avida?
il tradimento sfacciato nei confronti degli alleati austriaci?
Come si può chiamare vittoria
partecipare ad un conflitto che non ti appartiene?
Come si può chiamare vittoria
rifiutare la posizione neutrale di non belligerante?
Come si può chiamare vittoria
l'essere sudditi di nazioni imperialiste?
Come si può chiamare vittoria
salire sul carro dei vincitori in maniera irrazionalmente avida?
Dopo il Congresso di Versailles, infatti, al momento delle spartizioni l'Italia restò con un pugno di mosche e l'impresa venne definita vittoria mutilata.
Una vittoria mutilata che portò gli estremisti nazionalisti a trascinare l'Italia nel buio ventennio del fascismo e della tragedia della seconda guerra mondiale.
Non mi piace questa festa, non mi piace celebrare tragedie e delusioni storiche. La festa era stata soppressa per un periodo. Poi l'hanno rimessa. A cosa serve coltivare falsi miti? Forse a legittimare da una parte e reprimere dall'altra. Sicuramente per non cambiare il corso delle cose.
Quanta rabbia nel vedere le istituzioni manipolare queste ipocrisie.
Il Comune di Aci S.Antonio quest'anno ha avuto una fretta e una voglia di fare questa festa che l'ha addirittura anticipata di due giorni: il 2 novembre.
Nelle stesse ore il 17° "Incontro d’Autunno con la fotografia", promosso dal Cine foto club Galatea di Acireale, scatenava fotoamatori nelle strade che immortalavano parate di forze armate nel giorno dei morti.
Con le armi si festeggiano i caduti che per le armi sono morti. Questa è l'Italia che non cambia.
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