03/05/08

I Santantonesi hanno scelto? (1a parte)

Aldilà delle ideologie politiche, che sono personali e ognuno di noi si prende la responsabilità di mantenerle proprie, il risultato uscito dalle urne è inequivocabile: alle elezioni politiche e regionali del 13 e 14 aprile gli italiani e i siciliani hanno perso! Tutti.
A livello nazionale gli italiani hanno affidato le loro vite alle persone più inadatte a stare in Parlamento. Siamo in mano a 70 condannati e ad un Presidente del Consiglio sfacciatamente clandestino.
A livello regionale il populismo della Lega Sud ha fatto man bassa di voti, seguendo automatismi di consenso vecchi e sleali.
Chiedersi perchè è successo questo, nel 2008, dopo aver già vissuto esperienze negative con questi ed altri personaggi, dopo aver subito leggi ingiuste, prevaricazioni in ogni campo, abusi di potere e prese in giro, è quanto meno doveroso.
Una risposta degna di chiamarsi verità la possiamo trovare nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata proprio in questi giorni dall'istituto di ricerca americano Freedom House.
In questa particolare classifica ci troviamo al 65° posto insieme all'isola Samoa. Questa posizione potrebbe sembrare meno grave di quello che è considerando che gli Stati classificati sono "solo" 195 e che i primi 72 vengono classificati dallo stesso istituto, "paesi liberi". Ma se andiamo a vedere il dettaglio dell'Europa Occidentale di cui facciamo parte e che comprende i paesi fondatori della Comunità Europea e gli Stati con cui ci confrontiamo continuamente, le cose sono veramente peggiori. Qui su 25 paesi siamo penultimi superati solo dalla Turchia che proprio occidentale non è.
In particolare la situazione italiana viene descritta così:
"La libertà di parola e di stampa in Italia è costituzionalmente garantita. Tuttavia, sotto il Governo di Silvio Berlusconi, il paese ha sofferto di una insolita alta concetrazione del monopolio dei media. Il Primo Ministro, attraverso le sue aziende private e il potere politico sui network televisivi, ha controllato il 90% dell' informazione nei media del paese durante il periodo 2001-2006 nella sua premiership."
Poi continua parlando della legge Gasparri, che dal gennaio 2009 ci costerà 400 mila euro, e dei proprietari di giornali, insomma fotografa una situazione per niente felice che ci spiega come gli italiani siano fatti fuori dalla conoscenza essenziale per poter valutare correttamente le scelte importanti del paese.
Con questa situazione gli italiani hanno votato.
I santantonesi in particolare, per le elezioni politiche hanno dato alla Camera 7.168 voti su 10.137 preferenze e per il Senato 6.204 voti su 8.677 preferenze alla coalizione di Berlusconi.
Se in Italia la situazione dell'informazione è pessima, in Sicilia è ancora peggio. Infatti, soprattutto a Catania, i Siciliani sono vittime di un monopolio nel monopolio.
L'informazione locale a Catania è gestita praticamente da un solo editore: Mario Ciancio Sanfilippo. Il nipote del fondatore del quotidiano "La Sicilia" attraverso il suo giornale controlla la parte più imponente dell'informazione locale.
Negli altri due quotidiani che si occupano in minima parte di Catania ("Giornale di Sicilia"e "Gazzetta del Sud") Ciancio ha partecipazioni azionarie rispettivamente dell'8% e 15% (dati 2005). Possiede le maggiori emittenti locali catanesi, che hanno ambito regionale "Antenna Sicilia-Teletna", "Telecolor" e Video3 e le emittenti radiofoniche Radio Sis, Radio Telecolor e Radio Video3, oltre a controllare, indirettamente mediante la presenza della figlia Angela, la "Rtp" di Messina e condizionare "Rete 8-Telejonica". Ha forti partecipazioni anche in "Mtv" (alleanza con Cesare Romiti), La7, Telecom, Tiscali e L’Espresso. La sua influenza è arrivata fino in Puglia, dove controlla il giornale "La Gazzetta del Mezzogiorno".
Ancora possiede la casa editrice Domenico Sanfilippo Editore, una concessionaria pubblicitaria (Publikompass) e due società per la pubblicità su cartellonistica stradale (Simeto Docks e Nada).

Ciancio inoltre è vicepresidente dell’agenzia Ansa, il cui ufficio catanese è ospitato dentro lo stabilimento de "La Sicilia" di viale Odorico da Pordenone. Ma lo stabilimento ospita, però anche le macchine da stampa per la "Repubblica" che insieme al "Corriere della Sera" non fa edizioni locali per la città di Catania. Infatti il gruppo L’Espresso ha fatto un accordo con La Sicilia in cui Ciancio mette a disposizione le sue macchine per la stampa di "Repubblica", e il dorso con le cronache regionali del quotidiano di Scalfari esce ovunque (anche a Palermo), meno che a Catania. Lo scopo dell’accordo è chiaro: eliminare la concorrenza; così facendo chi vuol leggere le cronache catanesi può farlo solo su "La Sicilia", tutto il resto non esiste.
Il quotidiano catanese è così, il più venduto in città e provincia. Non gli si può attribuire un colore di partito perchè effettivamente non ne ha mai avuto, ha invece sempre appoggiato i politici, gli imprenditori e le famiglie più potenti di Catania. Così facendo si capisce bene come nel suo recente passato durante le tante stragi la parola "mafia" e i nomi dei boss non sono mai comparsi sulle sue pagine.

In questa situazione di parziale conoscenza i Santantonesi hanno votato alle Regionali dando ben 7.570 voti alla coalizione di Lombardo, solo 1.559 alla Finocchiaro, 1119 hanno votato scheda bianca o nulla, addirittura 313 voti a Razza, 185 a Sonia Alfano e Bonanno Conti 11.
9.638
sono state le preferenze, 10.757 i votanti e 13.479 gli elettori, quindi 3841 Santantonesi non sono andati a votare.

...fine prima parte...

leggi la seconda parte

Nessun commento: