Ho già parlato di sicurezza in un vecchio post. Di come la paura indotta dai media serva solo ai governanti ad avere un popolo bisognoso di loro.
Ho proposto solo provocatoriamente i militari nelle strade e il governo non solo lo ha veramente fatto ma è andato pure oltre, con le leggi razziali dell'ultimo Ddl sicurezza. La campagna mediatica del regime piduista mira alla paura del diverso e del povero, acquisendo consensi ingiustificati mentre il popolo italiano ancora non si sveglia.
Ad Aci S.Antonio i problemi sono tanti ma la sicurezza non è proprio la prima preoccupazione anche se non la pensano così i politici che seguono l'onda della casta. Nella ridente cittadina etnea presto la vita dei suoi abitanti sarà sorvegliata dagli occhi delle telecamere.
Infatti lo scorso 28 novembre l'amministrazione comunale ha firmato un accordo insieme ad altri 5 comuni (Aci Catena, Aci Castello, Valverde, Aci Bonaccorsi e S. Venerina) aderendo ad un consorzio che ha partecipato ad un bando finanziato dal P.O.N. Sicurezza gestito dal Ministero degli Interni.
Il finanziamento riguarderà un innovativo e sofisticato sistema di videosorveglianza dei siti sensibili o delle aree ritenute abili al controllo dell'occhio elettronico.
I dettagli del progetto non si conoscono perchè sono stati illustrati in un incontro tecnico a porte chiuse, non aperto al pubblico e nemmeno alla stampa. Sapete com'è? La sicurezza....
I punti strategici o i siti sensibili che ad Aci Sant'Antonio verranno “protetti” dalle telecamere verranno identificati dopo alcuni sopralluoghi ma intanto si parla di scuole, ville comunali e piazze.
Con questo sistema vogliono proteggere il territorio da fatti criminosi anche se i misfatti di cronaca nel territorio comunale, sono abbastanza sporadici. Sembra la solita politica dell'allarmismo perchè se avviene un reato è molto più facile che succeda dove non ci siano telecamere. La sicurezza totale del territorio è impossibile, non si possono mica coprire tutti gli angoli del comune dall'occhio elettronico!
Immaginiamo negli ultimi reati santantonesi accertati (l'ultimo il 4 dicembre) se la politica delle telecamere avrebbe cambiato qualcosa.
Nel novembre scorso un residente di Zafferana, nella sua abitazione di Monterosso, aveva allacciato abusivamente la sua linea enel. La telecamera avrebbe dovuto trovarsi proprio di fronte a casa sua per sgamare il reato, ma l'hanno beccato lo stesso con i soliti controlli.
Sempre a novembre sono stati arrestati due giovani di Catania e Misterbianco che nel settembre 2007 avevano rapinato gli effetti personali di una donna e il fuoristrada di un uomo parcheggiato in un cortile santantonese. Per evitare ciò la telecamera doveva stare lì, così come in ogni strada e abitazione!
Stessa cosa per quei giovani che hanno rubato una Y10 ad Aci S.Antonio per farsi un giro a Catania. Una telecamera messa, che so, in piazza Maggiore non avrebbe evitato il fatto, successo in un'altra zona del paese.
Sinceramente la fobia della sicurezza è diventato un vero e proprio business della videosorveglianza. Più che servire alla sicurezza dei cittadini, lede la privacy di ognuno di loro. Nei comunicati stampa hanno rassicurato che il sistema non sarà invasivo e garantirà la sempre più reclamizzata privacy personale: nessun "grande fratello"!
Ma il Garante della Privacy, forte dell'esperienza degli ultimi anni nel resto d'Italia, sostiene che non mancano i casi in cui le telecamere fissano gli interni delle abitazioni. Per questo ha stilato un provvedimento che tutela i cittadini al quale il Comune di Aci Sant'Antonio dovrà attenersi, per esempio segnalando le aree videosorvegliate o limitare le riprese scolastiche alle ore di chiusura, per tutelare i minori. Purtroppo molte volte il documento non viene rispettato quindi i cittadini devono stare molto attenti.
Ma non è finita qui perchè alcune statistiche dimostrano come nella maggior parte dei casi le telecamere installate poi non funzionano per mancata manutenzione. Emblematico è il caso di quando un reato manifestatosi di fronte la telecamera, poi questa era priva di cassetta.
E a chi spetta la manutenzione? Al comune! Infatti nell'accordo del consorzio sta scritto che i comuni si impegnano ogni anno a stanziare voci di spesa in bilancio necessarie alla manutenzione del sistema di videosorveglianza. Ovviamente a pagare questo discutibile sistema di sicurezza sono gli stessi cittadini che vengono spiati.
Peccato che le telecamere non hanno la stessa considerazione per quanto riguarda le riprese in Consiglio Comunale. Lì invece i nostri dipendenti pubblici le telecamere non le vogliono perchè devono tutelare la loro privacy (infondata perchè attività pubblica in luogo pubblico) e nonostante i tecnici siano pronti per la diretta, loro non danno ancora il consenso. I Consigli per loro, a differenza della vita dei cittadini, sono cosa privata. Mah!
Ma questi soldi del P.o.n. Sicurezza non potevano essere spesi meglio? Il programma offre diverse misure d'intervento purchè siano orientate a progetti fattibili e utili alla collettività. Siamo sicuri che le telecamere siano veramente utili alla collettività?
L'impressione è che la politica cittadina si faccia condizionare da alcuni personaggi. Infatti il comune di Aci S.Antonio è stato invitato a firmare questo protocollo dal sindaco di Aci Catena Raffaele Pippo Nicotra che conosce molto bene i finanziamenti del P.o.n. Sicurezza. Infatti già il 10 novembre 2008 il Consiglio comunale di Aci Catena ha aderito al consorzio beni confiscati alla mafia. In questo caso i Fondi statali del Pon sicurezza servono, per ristrutturare immobili e riutilizzarli a fini sociali a vantaggio della collettività. I Comuni possono acquisire questi fondi, e si tratta di centinaia di milioni. E Nicotra lo sa bene, infatti il 20 dicembre egli stesso viene eletto all'unanimità presidente del Consorzio.
Chissà poi perchè proprio lui? Sarà per l'esperienza acquisita nel campo quando otto anni fa, nel dicembre 2001, era indagato per voto di scambio con mafiosi? Chi lo sa!
Intanto però il comune santantonese, non fa parte dei 15-16 comuni del Consorzio dei beni confiscati. E' vero che Aci S.Antonio ha solo un immobile confiscato gestito dal demanio, ma dovrebbe far riflettere quello che ha detto il prefetto uscente di Catania Finazzo ai quei comuni che per vari motivi non hanno aderito:
“(...) la non adesione, anche involontariamente, è un favore alla mafia”.
Chissà quali sono le motivazioni che hanno portato Pippo Cutuli a seguire Nicotra in un consorzio e non nell'altro.
Quello che sembra è che l'amministrazione di Aci S.Antonio non sia completamente autonoma dal sindaco catenoto. Sarà per i 567 voti che i santantonesi gli han dato o per il suo doppio incarico di sindaco di Aci Catena e deputato Ars? O per il suo supermercato Standa-Squalo che influenza parecchio il P.i.l. santantonese?
Non sia mai che tutto ciò abbia motivato il progetto delle telecamere. Sapete com'è, tra gli obiettivi del progetto c'è anche quello di “non esporre il territorio a fatti criminosi di grave ostacolo allo sviluppo economico e alla qualità produttiva di ATTIVITA' COMMERCIALI”. Già, quali attività commerciali?
1 commento:
Volentieri. I Queen sono una mia vecchia fiamma!
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